I bambini, si sa, sono creature in profonda connessione con il proprio mondo interiore, emotivo, corporeo e sanno fare una cosa che gli adulti hanno dimenticato di fare: Sognare!
Uno degli obiettivi è di favorire e stimolare la spontaneità nel bambino, in modo che egli possa sperimentare la propria unicità e rafforzare le proprie risorse, in un contesto neutro e protetto. Questo diviene una sorta di palestra nella quale il bambino, sperimentando la libertà entro certi limiti, può, con il supporto del professionista trovare il proprio modo di essere Unico e Irripetibile nel mondo, nella modalità socialmente adeguata.
Il tempo che stiamo vivendo tende a creare gruppi di persone omologati, nei quali però può essere difficile riconoscersi. Con i bambini il percorso mira quindi a prendere consapevolezza e conoscenza di sé, per stare poi meglio nel contesto di relazione di gruppo.
Lo spazio protetto diventa l’occasione per provare a superare le difficoltà, per poi affrontarle fuori dalla relazione consiliare, come se fosse una Palestra di Vita che ci permette di “allenarci” per fortificarci anche nelle relazioni esterne.
Come si può sentire coinvolto un bambino in un percorso di questo tipo? Ricorrendo alla forma di comunicazione che egli predilige: il gioco. Il gioco per il bambino è un diritto e rappresenta la forma di comunicazione più familiare e vicina al suo sentire. Nello spazio protetto e non giudicante il professionista, attraverso il gioco e la creatività, incoraggia e accompagna il bambino a riconoscere ed esprimere emozioni, stati d’animo e storie di difficoltà quotidiane accedendo alla sua realtà nel rispetto dei suoi tempi e in completa libertà di espressione.